Non appena levò lo sguardo al cielo scuro della notte, il profumo del mare lo aggredì salendogli su per le narici e dandogli alla testa. Era la prima volta, in vita sua, che lo sentiva; non se l'era immaginato così inebriante addirittura da stordirlo! Come in un incubo, con i piedi pesanti come il piombo ma che, tuttavia, sembravano non appoggiare per terra, mosse alcuni passi sul ponte che sembrava deserto e, sempre tenendosi aggrappato, si sporse per vedere i flutti. 'Vague', come spinto da una forza misteriosa, solcava le acque mute e calme del mare ignoto in un silenzio di morte, seguendo la scia argentea lasciata dalla luna. Quello spazio sconfinato e quell'immenso silenzio, che lo tenevano sospeso nel nulla, gli provocarono un insostenibile senso di vertigine. Riuscì ancora a percepire un guizzo eburneo fra i flutti, vicinissimo alla nave, da poterlo quasi toccare, poi si accasciò, e lentamente si lasciò andare disteso supino sul ponte, quasi volesse, in un tentativo inutile e disperato, ancorarsi a qualcosa. I suoi occhi velati si posarono sul cielo nero che sembrava volerlo risucchiare, poi sulle vele auriche spiegate, scesero lungo l'albero di trinchetto... cercò il timone, e lo trovò, retto da mani invisibili. "No! Non può essere!" mormorò con voce quasi spenta. Sul 'Vague', oltre a lui, non sembrava esserci anima viva... Gocce gelide cominciarono ad imperlargli la fronte mentre, in uno stato febbrile, il suo corpo irrigidito e come paralizzato tremava contro le assi del ponte. Le immagini si facevano sempre più confuse, mentre voci flautate che sembravano levarsi dai flutti sussurravano: "Werner! Oh, Werner! Vieni con noi, buttati e sii nostro! Noi ti faremo provare le delizie di un mondo che tu ancora non conosci... Werner! Lasciati scivolare dolcemente, le nostre braccia seriche e splendenti come la luna ti accoglieranno!" "Lasciatemi! Lasciatemi stare!" gridava il poveretto con voce strozzata, ma quelle continuavano con accenti suadenti ad invitarlo: "Oh, Werner! Quale esistenza di eterna e suprema bellezza ti attende! Quali godimenti che la mente umana non può nemmeno osare concepire! Tutto potrà essere tuo in un attimo! Un attimo, Werner, non è che un attimo!" Werner le implorava di lasciarlo riposare, diceva loro di non essere ancora pronto per compiere quel salto, ed intanto, sotto i baci della brezza marina cominciava a sentirsi inturgidire, mentre labbra invisibili suggevano dolcemente il suo corpo, lunghi capelli serici lo accarezzavano, serpenti d'acqua s'insinuavano tra le sue membra e mani bianche e sottili si protendevano imploranti verso di lui. "Ti abbiamo atteso così a lungo, Werner! Ora è giunto il momento di fare tua la conoscenza tanto attesa... abbandonati a noi, sii nostro!" Non aveva catene che lo potessero trattenere, se non quelle della propria volontà. Sorrise alla luna complice e mormorò in un soffio: "Vengo..."

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Werner e Désirée sull'Ile d'Antas
Illustrazione di Carla Lastoria
Copyright by C. Lastoria 2007