Il Quarto Sigillo

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Nelle malinconia dolce e struggente della Nuova Inghilterra, come sulle spiagge assolate della California, il terrore colpisce con una serie di efferati omicidi; quale legame ci può essere fra una prostituta d'alto bordo che muore trafitta da una spada e un giovane che durante una passeggiata in riva al mare viene sbranato da una fiera?

Quando l'Agnello aprì il quarto sigillo, udii la voce del quarto essere vivente che diceva: "Vieni". Ed ecco, mi apparve un cavallo verdastro. Colui che lo cavalcava si chiamava Morte e gli veniva dietro l'Inferno. Fu dato loro potere sopra la quarta parte della terra per sterminare con la spada, con la fame, con la peste e con le fiere della terra.

Le radici del male affondano nel fanatismo religioso, nell'interpretazione distorta, dettata dalla pazzia, di un passo del libro dell'Apocalisse. Qualcuno si sostituisce a Dio, e credendo di operare per mano Sua, sacrifica vittime innocenti nel furore cieco della follia.
Il Vaticano viene chiamato in causa, due inviati della Santa Sede indagano a fianco della polizia lottando contro il tempo e le circostanze avverse, per porre termine allo sterminio annunciato. Ma chi può garantire che, una volta risolto il caso, si possa veramente apporre la parola "fine" alla sanguinosa vicenda...? Il Male è multiforme e dispone di grandi risorse.
Ancora un capolavoro dell'autore di quei romanzi gialli e noir che tanto ci appassionano!

Questo romanzo è stato premiato al concorso di Poesia e Narrativa Firenze Capitale d'Europa, edizione 2008.

M.J.

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Chi è l'Autore?

Andrea Gamannossi nasce a Firenze nel 1964. E' autore di diversi romanzi noir, come L'ombra della luna (2003), Le cascate del violino (2004) e I delitti delle pietre azzurre (2005). Ha scritto numerosi racconti thriller, pubblicati nelle raccolte personali Cinque passi nel buio (2002) e Deliri e Delitti (2006) e in alcune antologie collettive.
E' presente su internet con un suo sito personale in cui presenta le sue opere.

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I due uomini in giacca nera varcarono la porta d'ingresso della chiesa cattolica di Portland. Appena entrati si fecero il segno della croce, poi si inginocchiarono ad una panca.
Bernini ripensò che durante la sua infanzia quei luoghi gli facevano addirittura paura. Rammentava le volte che la nonna lo portava con sé in quelle tristi domeniche invernali, e lui si sentiva completamente smarrito in mezzo a quella penombra rotta solo da antichi lampadari e vecchi ceri smoccolati. E poi quell'odore che ristagnava perenne, odore di stantio e di muffa, di incensi e di legno tarlato. E ancora più angoscia gli veniva messa addosso da quei tristi e lugubri dipinti scuri, raffiguranti angeli e demoni, madonne addolorate e santi con la spada in mano. In quei dipinti, negli affreschi, non c'era mai una pennellata di colore, d'allegria, come se i pittori si fossero dimenticati che il cielo a volte è plumbeo, ma spesso è colorato dall'arcobaleno per poi diventare azzurro.
Sorrise tra sé e sé a quelle reminiscenze.

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Il corpo giace fra la sabbia ambrata e, nonostante sia coperto da un lenzuolo bianco, il sangue è schizzato per un raggio di diversi metri, almeno sei o sette, data la violenza dell'aggressione.
E stavolta non si è trattato di un'aggressione umana. Stavolta l'aggressione si è consumata in un modo singolare.
Una fiera, e più specificatamente una tigre, è fuggita quella notte stessa, poco prima dell'alba, dal circo che si trova a non più di cinquecento metri dalla spiaggia. Sulla sua strada ha trovato tre ragazzi che stavano suonando la chitarra al chiaro di luna. Il ruggito, che ha squassato l'aria, è stato udito dai giovani un momento prima che l'elegante animale piombasse, con un balzo, su di loro. Ted e Carl sono riusciti a fuggire a gambe levate, ma Philip si è ritrovato sotto gli artigli della belva. Per un attimo i suoi occhi hanno incontrato quelli ferini della tigre, che poi, emettendo un ringhio cupo, ha interrotto quello sguardo e ha affondato le sue zanne nel collo del ragazzo. In quegli occhi Philip ha visto la memoria ancestrale della storia del mondo, ma vi ha anche letto qualcosa di più profondo. Come se dietro la naturale aggressività di quella tigre si nascondesse un segreto assai più terribile, oscuro e profondo, capace di sconvolgere qualsiasi mente raziocinante. Quello sguardo gli ha lanciato un messaggio subliminale orrendo e terrificante, che un attimo prima della morte gli ha trafitto l'anima e lo spirito.
Ora Philip giace sotto quel lenzuolo immacolato, intonso. Il cielo sopra di lui è altrettanto immacolato e intonso. E' di un azzurro magnifico, però irritante. Sì perché quando un ragazzo di diciotto anni è perito in maniera così brutale, così assurda, ci si aspetta che il cielo sia grigio. Ci si aspetta che nuvoloni neri si ammassino fino a far cadere pioggia incessante sospinta da violente raffiche di vento. In parole povere ci si aspetta che il cielo pianga, come lo facciamo noi, una vittima innocente.
Invece il 17 agosto 2005 questo non accade, e la volta del cielo è di un azzurro intenso, che si fa beffa del destino umano.

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