Il Lago delle Memorie

*

Anni venti, il fascismo al potere. La piccola comunità montana dell'alta Valle Spluga viene sconvolta dalla scomparsa di una bellissima giovane, il cui corpo viene ritrovato esanime nel lago artificiale creato dai lavori di costruzione di una diga.
Le indagini, condotte dallo scrupoloso maresciallo De Felice, vengono sospese per ordine del partito proprio nel momento in cui la verità sta per venire a galla, ed il caso sarà concluso in gran fretta ed archiviato.
Sullo sfondo domina un paesaggio ancora incontaminato, d'incontrastata bellezza, che poco per volta sarà sacrificato alle esigenze del progresso, e destinato ad essere sfregiato dagli impianti di produzione di energia elettrica, con tutte le conseguenze che questo mutamento sarà in grado di produrre sulla popolazione e sul suo modo di vivere.
La vicenda è ben condotta, lo stile scorrevole e ricco d'immagini vive ed immediate, da cui traspaiono l'attaccamento e l’affetto dell'autore per quei luoghi e le persone che li hanno popolati.
Un libro che spero non vada perduto.

M.J.

*

Chi è l'autore?

Alessandro Bertolini è nato nel 1959 a Milano e ha vissuto, dalle scuole elementari in poi, a Bollate, un piccolo centro dell'hinterland milanese. Nel 1984 si è laureato in medicina e chirurgia presso l'Università degli Studi di Milano. Successivamente ha conseguito la specializzazione in medicina interna e in oncologia medica presso l'Università degli Studi di Pavia. Attualmente vive a Piantedo, in Valtellina, e lavora come oncologo medico presso l'Ospedale Civile di Sondrio.

*

Aveva i capelli lunghi e lisci, castano chiari. Sull'acqua erano sparsi a raggiera attorno al capo e galleggiavano puliti, il viso immerso guardava il fondo come per cercare qualcosa. Ma era senza maschera. Non sollevava neppure il capo per respirare, non ne aveva più bisogno. Era totalmente immersa nell'acqua e di lei era rimasto solo il corpo inanimato. Non c'era corrente e il cadavere era per questo immobile nel centro del lago.
Come ogni lago anche il mio ha la sua ninfa. E’ laggiù nell'acqua più profonda, là vicino a dove è stata ripescata dopo essersi smarrita per sei giorni. Era tornata a galla e sembrava viva, sembrava nuotasse tra i flutti incurante del gelo dell'acqua. E’il lago della Rosina, lei che fu la più bella della valle. Non così è scritto sulla carta geografica, ma così è per me e per tutti quelli che sanno la storia, tramandata negli anni e nei ricordi.

*