Breve intervista ad Andrea Gamannossi

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Per quali ragioni predilige il genere del romanzo e del racconto noir?

Il genere noir, negli ultimi tempi, è cresciuto e riscuote sempre più consensi sia da parte dei lettori che della critica. Occorre però precisare che lo stesso noir può essere suddiviso in numerose altre categorie, tra le quali i gialli, i thriller, i romanzi psicologici, e parte degli horror. Personalmente ne sono sempre rimasto affascinato: il noir racchiude i due elementi essenziali dell’esistenza, la vita e la morte, ed inoltre è in grado di suscitare delle emozioni forti al lettore. E proprio per questi motivi lo prediligo rispetto a tutta l’altra letteratura.

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Quali "ingredienti" deve conterere un romanzo noir degno di tale etichetta?

I miei romanzi e racconti sono prevalentemente dei thriller a sfondo psicologico, poiché cerco di far emergere l’essenza interiore dei protagonisti, talvolta a scapito dell’immagine esteriore. Credo che gli ingredienti principali debbano essere la suspence, il ritmo del racconto, e proprio l’interiorità dei personaggi.

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Vi sono degli autori di questo genere, in particolare, ai quali Lei si ispira?

Ho letto molto di questo genere, da Poe a King, da Agatha Christie a Koonz, tanto per citare alcuni autori. Penso però di avere uno stile piuttosto originale che può avvicinarsi a qualche autore di genere, ma che tutto sommato sia diverso dagli altri scrittori noir.

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Ha degli altri lavori in preparazione che potrebbero essere di prossima pubblicazione?

Attualmente sto la lavorando su un romanzo ambientato negli Stati Uniti, un intreccio di omicidi che si snoda fra lo Stato del Maine e Los Angeles. Una storia molto particolare, in cui i protagonisti rimarranno coinvolti nell’eterna lotta tra il bene ed il male, che poi è l’essenza pura del noir.

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Nei Suoi romanzi futuri i lettori avranno ancora l'occasione di ritrovare il personaggio di Arthur, vera e propria rivelazione del Suo ultimo libro "I Delitti delle Pietre Azzurre"?

Il personaggio di Arthur ha colpito, in modo positivo, molti lettori proprio per le sfaccettature psicologiche che mostra nel romanzo. I miei lettori più affezionati sanno, però, che non amo riproporre i mie protagonisti in più libri, anche se, ad onor del vero, sarebbe più semplice per il mio lavoro. Credo però che questo aspetto limiterebbe profondamente la mia fantasia. Quindi , anche se Arthur non ci sarà più, qualche altro protagonista sarà in grado di catalizzare l’interesse dei lettori con lo stesso magnetismo, anzi speriamo che susciti ancora più interesse e soprattutto trasfonda loro delle emozioni intense.

(Copyright 26.03.2006)

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